Nel migliore dei mondi gli incarichi di interpretazione filano lisci dall’inizio alla fine: i tecnici audio predispongono un impianto coi fiocchi, vengono date agli interpreti tutte le informazioni per prepararsi al meglio con largo anticipo, i relatori hanno ottime capacità oratorie e gli orari vengono rispettati alla perfezione. Purtroppo, però, nella vita reale a volte qualcosa va storto. In questo post vorrei parlare di situazioni tratte dalla mia vita professionale in cui alcuni un errore commesso durante l’organizzazione di un evento multilingue con interpreti ne ha compromesso la buona riuscita.
Dimenticare una lingua di lavoro
In fase di negoziato è fondamentale che il cliente comunichi con precisione agli interpreti quali saranno le lingue di lavoro. Sembra banale, ma non lo è. Una volta mi è stato chiesto di fornire un servizio di interpretazione con francese e inglese. Ho quindi predisposto un’equipe composta da due persone, me e una collega. Durante l’incontro però, un relatore ha iniziato a parlare in italiano perché si aspettava che avremmo tradotto in contemporanea: una verso l’inglese e una verso il francese. In altre parole, l’italiano era stato dato per scontato. Purtroppo, non ci è stato possibile soddisfare la richiesta del cliente, perché durante l’interpretazione simultanea occorre essere in due per alternarsi ogni mezz’ora circa. Se fosse stata trasmessa l’informazione corretta, avrei composto un’equipe di quattro interpreti: una per italiano<>francese e l’altra per italiano<>inglese.
Reclutare un solo interprete “perché tanto staremo poco…”
Come dicevo nel paragrafo precedente, per gli incontri con l’interpretazione simultanea occorre essere in due interpreti. L’unica eccezione a questa regola viene fatta durante incontri che durano meno di un’ora. Mi è capitato più di una volta di essere reclutata per riunioni che sulla carta sarebbero durate poco, ma che poi nella realtà si sono protratte ben più a lungo. Nella mia esperienza, gli epiloghi possibili sono due ed entrambi infausti sia per l’interprete che per i partecipanti: l’interprete continua a tradurre, ma la qualità della resa inizia a decadere, oppure l’interprete interrompe la traduzione. Tutto questo è evitabile predisponendo già in fase organizzativa un’équipe congrua di interpreti.
Non mandare le presentazioni agli interpreti anche se sono perfettamente pronte
Nel corso degli anni ho perso il conto della volte in cui ho chiesto se ci fossero presentazioni dei relatori per potermi preparare in anticipo e mi è stato risposto di no, salvo poi vedere durante il convegno che le presentazioni c’erano… eccome! Talvolta il motivo della reticenza nell’invio delle presentazioni in anticipo agli interpreti ha a che fare con la riservatezza. Questa preoccupazione è comprensibile (eventualmente si può optare per NDA/accordo di riservatezza), ma la mancanza di informazioni si tradurrà inesorabilmente in una qualità inferiore della resa, quindi a svantaggio dei partecipanti.
Non avere un numero sufficiente di microfoni
Anche questa situazione è estremamente frequente, soprattutto negli incontri aperti al pubblico in cui è previsto un momento riservato alle domande. Non avere un numero sufficiente di microfoni, o non predisporre una persona che dia il microfono a chi interviene, in concreto vuol dire che se un partecipante del pubblico farà una domanda in italiano senza usare un microfono a un relatore francese, noi interpreti in cabina non sentiremo la domanda, e di conseguenza, non potremo tradurla in francese al relatore che, ovviamene, non potrà rispondere.
Non verificare il corretto funzionamento dell’impianto audio
Dovendo scegliere, questo è forse l’errore più grave perché potenzialmente irrimediabile. Questa situazione può verificarsi sia durante gli eventi in presenza in cui non è prevista l’assistenza in loco del tecnico audio, sia durante gli eventi a distanza. In particolare, il rischio è altissimo negli eventi ibridi. Attenzione: questi eventi non possono essere improvvisati. Predisporre le condizioni per far sì che si possa comunicare con alcune persone in presenza e altre a distanza, con gli interpreti il più delle volte a distanza, non è banale. Per noi interpreti un audio di qualità insufficiente vuol dire non essere in condizioni di lavorare: è un po’ come chiedere a un panettiere di fare il pane senza farina. Recentemente ho vissuto un’esperienza di questo tipo e l’audio era talmente pessimo che io e la collega abbiamo dovuto smettere di interpretare del tutto.
Meglio affidarsi a un professionista
Ciascuno di questi errori è evitabile e spesso frutto non di malafede, ma semplicemente della mancata conoscenza dei requisiti necessari per un servizio di interpretazione di qualità. Queste situazioni, oltre a creare un’enorme frustrazione in noi interpreti, si ripercuotono sui partecipanti, che non potranno usufruire di un buon servizio. Sono consapevole del fatto che un servizio di interpretazione abbia dei costi non indifferenti, soprattutto per le piccole aziende, proprio per questo, perché non creare le condizioni per poterne trarre il massimo beneficio? Se stai preparando un evento multilingue, non improvvisare e affidati a un professionista,
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