Due interpreti si incontrano e vanno a prendere un caffè al bar. Secondo voi di che cosa parleranno? Non ci metto la mano sul fuoco, ma sono quasi sicura che dedicheranno almeno mezz’ora a lamentarsi di quanto il mercato stia diventando difficile, di quanto sia complicato mantenere tariffe dignitose, di come le cose vadano sempre peggio, eccetera, eccetera, eccetera.
E’ vero: il mercato sta cambiando, ma rimanere immobili e investire le energie nelle lamentele di sicuro non porta a niente di positivo. Quello che serve, forse, è cambiare punto di vista e rimettersi in discussione.
Qui entra in gioco Jonathan Downie e il suo nuovo libro Being a successful interpreter. Già il sottotitolo Adding value and delivering excellence la dice lunga sul tono che percorre il libro, tutto improntato sul tema del valore che come interpreti offriamo ai nostri clienti e su come affrontare le sfide a cui ci sottopone il mercato in maniera costruttiva.
Il libro ha un taglio molto pratico, pur rimandando spesso alla ricerca scientifica, e affronta dieci tematiche che vanno dalla presunta neutralità dell’interprete, alla ricerca attiva di clienti, passando per tematiche poco frequentate come la salute psico-fisica e il lato umoristico del nostro lavoro. Ogni capitolo offre suggerimenti su azioni da intraprendere sia singolarmente che in gruppo e si chiude con un’intervista con un esperto della materia.
A me è piaciuto in particolare il capitolo sulla crescita professionale, ma consiglio caldamente di leggere tutto il libro. Colgo l’occasione per segnalare anche il podcast Troublesome Terps in cui Jonathan Downie, Alexander Gansmeier e Alexander Drechsel discutono di temi attinenti all’interpretazione.
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