Torna alla ribalta, puntuale come un orologio svizzero, la polemica sui costi dei servizi di traduzione ed interpretazione presso le istituzioni europee. Come rivela un articolo pubblicato da The Guardian (qui nella versione italiana tradotta da Presseurop), per l’ennesima volta, non sapendo dove tagliare, qualcuno ha avanzato la proposta di rendere l’inglese l’unica lingua ufficiale, invece delle attuali 23 e dall’1 luglio 24, con l’adesione della Croazia.
Ho già espresso in passato la mia opinione nei confronti di questo tipo di proposte. Ora vorrei solo limitarmi a dire che se un giorno questa riforma andasse in porto, ammesso e non concesso che la comunicazione fra i nostri rappresentanti alle istituzioni UE fosse ancora possibile, sarebbe estremamente antidemocratica, in quanto i cittadini comunitari che non parlano l’inglese non potrebbero controllare l’operato dei rappresentanti da loro eletti.
Il motto “Uniti nella diversità” non è stato scelto a caso e se il principio del multilinguismo venisse sacrificato sull’altare della crisi economica, crollerebbe uno dei pilastri del concetto stesso di Unione Europea.
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Posted at 13:29h, 02 Giugno[…] è una sindrome molto italiana, ma leggendo quanto scrive Jean Quatremer sul suo popolare blog Coulisses de Bruxelles, sembrerebbe che siano stati contagiati anche i nostri cugini […]