23 Nov Gara di traduzione: qual è la migliore traduzione di “vodník”?
Da qualche giorno intrattengo un bellissimo scambio di idee (anche se per il momento solo telematico) con Michaela Sebokova, autrice di Dal diario di una piccola comunista. Uno degli argomenti di cui abbiamo discusso è il termine slovacco (e ceco) vodník, che confesso di non aver mai incontrato prima che me lo segnalasse Michaela.
Come insegna la fedele Wikipedia, il vodník è una creatura fantastica presente nel folklore boemo (ecco una poesia in lingua ceca di cui è protagonista). E’ una specie di orco verde che vive nei laghi che custodisce le anime dei morti annegati.
Nella letteratura folklorica italiana non esiste un equivalente di questa creatura, quindi con Michaela ci siamo divertite a ipotizzare delle traduzioni. La prima proposta che mi è venuta in mente è stata “sirena maschio” perché ricordavo di aver letto un libro di fiabe irlandesi raccolte da Yeats nella versione tradotta in italiano che avevano come protagonista una “sirena maschio”.
Dopo aver vagliato altre ipotesi create ex-novo, sono capitata sull’articolo di Wikipedia segnalato precedentemente, da cui ho appreso l’esistenza di un poema sinfonico composto dall’autore ceco Antonín Dvořák il cui titolo tradotto in italiano è Vodník, ovvero Il folletto delle acque (per gli amanti della musica, qui potete ascoltarlo).
httpv://www.youtube.com/watch?v=b9hpYsDUj9c
La faccenda però si è resa ancora più interessante quando ho scoperto che in inglese questa stessa opera è stata tradotta col titolo di “The Water Goblin“: dato che in italiano la parola goblin esiste, ed è molto diffusa grazie al boom degli ultimi anni della letteratura fantastica, questa potrebbe essere un’ulteriore ipotesi di traduzione.
Data la difficoltà del trovare una traduzione efficace, Michaela e io abbiamo deciso di indire una gara aperta a tutti i lettori di questo blog per decretare la migliore proposta di traduzione di vodník.
Come ogni gara che si rispetti, anche questa prevede un premio: l’autore della proposta traduttiva migliore (il giudizio sarà di Michaela) riceverà in omaggio una copia di “I racconti sul cagnolino e la gattina” di Josef Čapek tradotti in italiano da Michaela Sebokova, prossimamente in uscita. C’è tempo per partecipare fino al 28/02/2015.
Per partecipare al concorso, vi chiedo quindi di:
- aggiungere le vostre proposte di traduzione (commentando a questo post) e/o
- votare le proposte già presenti nella lista (sempre commentando a questo post)
Ecco le proposte di traduzione presentate finora:
- Acquorco
- Idrogoblin
- Vandevir
- Sirena maschio
- Vodník
- Nixie
- Spiritello dell’acqua
- Folletto del lago
- Omino delle acque
- Acquarion
- Tritonic
- Folletto delle acque
- Verdorco
- Acquatroll
- Goblin
- Ondino
La traduzione vincente sarà comunicata tramite questo sito.
Buona fortuna e che vinca il migliore!
Lituopadania
Posted at 09:53h, 24 NovembreHo partecipato al concorso votando Acquorco (che avrei preferito nella forma Acquaorco) e aggiungendo Idrogoblin e Vandevir. Ma ho avuto non poche difficoltà. Non mi è stato facile comprendere il tipo di folletto; Wikipedia parla di fiume, tu di lago, e il tipo di acqua credo influenzi molto il carattere e le caratteristiche dello spiritello, ergo il suo nome. I laghi sono spesso placidi, l’acqua è quasi ferma, al limite sono scuri, profondi, nebbiosi, insidiosi. L’acqua dei fiumi scorre, regolare o impetuosa. Il mare ha invece una dimensione di grandezza e pericolosità ben superiori.
Dalle rappresentazioni grafiche che ho visto il vodník non sembra possedere elementi di grande malvagità o truculenza, e anche questo influenza la scelta del nome. Infine, quali radici utilizzare? Latine, greche, norrene, celtiche? In un caso come questo, nel trasporre una figura dalla cultura slava alle nostre, e nel farlo con decenni o secoli di ritardo, si incontrano difficoltà enormi. Ho pensato a “batrachos”, per creare un riferimento greco alle rane, ma mi sembrava orribile. Alla fine credo che la cosa migliore sia affidarsi al semplice suono. Ho così creato Vandevir, ma non proprio a caso: sei sicuramente abbastanza ferrata in materia per intuire che mi sono affidato al Lituano, storpiandolo un po’, sia per la prima che per la seconda parte.
E ora vengo alla parte seria. Mi piacerebbe sapere cosa faresti se dovessi realmente tradurre un libro che contiene vodník. Ti dico invece cosa piacerebbe a me in qualità di lettore: a me piacerebbe che vodník restasse così com’è, senza alcuna traduzione; magari con una breve nota a fondo pagina. Ciò aumenterebbe la mia curiosità e mi indurrebbe a scavare più a fondo e a fare qualche ricerca. Credo che non tutto vada tradotto. Ho ancora vecchi libri in cui si parla di Isacco Newton che mi fanno rabbrividire.
Al di là di tutto, mi è piaciuta l’idea di come hai costruito il post!
emanuela_cardetta
Posted at 12:36h, 24 NovembreGrazie per aver partecipato alla gara! Neanche per me è stato facile capire bene il tipo di folletto, soprattutto perché non ho il testo originale completo da tradurre e sono d’accordo con te sul fatto che la traduzione dipende moltissimo dal grado di malvagità e dall’ambiente in cui vive il vodník. Oltre a questi fattori, bisognerebbe anche considerare il lettore a cui è destinato il testo da tradurre.
Ad esempio, se fosse una favola per bambini, secondo me non sarebbe molto efficace lasciare vodník così com’è con la nota a piè di pagina, perché un bambino probabilmente rimarrebbe disorientato e non sarebbe spinto a fare ricerche per scoprire maggiori informazioni, come invece farebbe un adulto.
Interessanti le tue proposte di traduzione alternative. Mi piace molto il suono di Vandevir, però se fossi io a tradurre, probabilmente lo escluderei perché non ha sonorità né italiane, né slave, quindi sarebbe forse un po’ fuorviante per il lettore italiano. Comunque davvero i miei complimenti per la creatività 🙂 Per mia curiosità: quali parole lituane hai unito per dare vita a Vandevir?
Lituopadania
Posted at 16:03h, 24 NovembreRispondo al volo alla tua domanda perché sono un po’ di fretta (poi, più tardi, prometto di ritornare sull’argomento e sulle tue interessanti considerazioni). La locuzione lituana che ho usato è Vandens vyras. Vadens è il genitivo di vandua (acqua) e vyras è uomo (nel senso di maschio) o anche marito (ci hai già visto i dovuti collegamenti con il Latino, lo so). In un caso come questo in Lituano si dovrebbe dire Žmogus-vandua (per esempio Žmogus-voras corrisponde al nostro Uomo Ragno), ma il suono della prima parola mi sembrava improponibile agli altri lettori, da qui la mia personalizzazione 🙂
Lituopadania
Posted at 23:40h, 24 NovembreNon avevo pensato al tipo di lettore, ma la cosa è senza dubbio importante. Favole e romanzi necessitano sicuramente di un trattamento diverso e concordo sul fatto che una nota in un libro per bambini sarebbe inopportuna.
Invece ritorno sulla possibilità di mantenere il nome originale. A mio parere nel caso di un bambino non ci sarebbe alcun problema di assorbimento; come sai mia figlia è per metà lombarda e per metà lituana e, pur non avendo ancora tre anni, ha sviluppato un bilinguismo stupefacente (quando ci rifletto mi sembra incredibile).
Il mantenimento dell’originale sarebbe anche un segno di rispetto nei confronti di una cultura diversa dalla nostra e far penetrare elementi esterni è, per chi li riceve, una fonte e un’occasione di arricchimento.
Inoltre ci sono parecchi e illustri precedenti in tal senso, anche se riguardano più che altro la mitologia nordica (parliamo di elfi, fenrir, troll, goblin, maelström, mumin, ecc. senza particolari problemi).
Vodník a me piace molto e sai cosa? Ha già quel tipo di suono che mi aiuta a capire da quale mondo proviene 🙂
Da ultimo un ringraziamento: prima di questo post non sapevo nulla dei vodník, ora invece sì. E, come per i libri, un post è tanto migliore quanto più materiale mi rimane in dono dopo la sua lettura (la frase sui libri non è mia, ma al momento non ricordo chi l’abbia detta). 🙂
emanuela_cardetta
Posted at 18:26h, 25 NovembreGrazie mille delle spiegazioni e del riscontro! Anche a me piace molto il suono di “vodník”: peccato che il lettore italiano “medio” (se esiste questa tipologia) però non riuscirebbe a rintracciare la radice della parola “voda” ossia “acqua”, che invece è una componente essenziale del personaggio, quindi farebbe più fatica a crearsi un’immagine.
emanuela_cardetta
Posted at 12:49h, 24 NovembreInserisco un link in cui trovate una statua della città slovacca di Trenčin che mi ha gentilmente segnalato il mio amico Marco raffigurante il vodník, alias “l’uomo che sputa l’acqua” 🙂 http://www.panoramio.com/photo/69975863
Fulvio Venturi
Posted at 11:17h, 25 OttobreSecondo me la traduzione è „ondino“. Il caro vecchio Ondino di respighiana (guastalliana) memoria
Emanuela Cardetta
Posted at 08:00h, 29 OttobreGrazie per la proposta, molto bella