L’Italia è un paese di santi, poeti e navigatori… ma in quanto a conoscenza delle lingue straniere non brilliamo di certo. Se ce ne fosse bisogno, ce l’ha ricordato pochi giorni fa il nostro premier Renzi, che è intervenuto al blasonatissimo Forum Mondiale di Davos sfoderando il suo inglese (come dire?) “peculiare”.
Ora, non dico che tutti i politici debbano sapere l’inglese. Del resto, loro fanno un altro lavoro. Sarebbe come se la gente si aspettasse che da me che sia in grado di riparare una lavatrice, cosa che non so minimamente fare.
La mia domanda invece è, proseguendo con l’analogia: io quando ho la lavatrice rotta, chiamo il tecnico della lavatrice, ma perché invece quando Renzi va a Davos non si fa tradurre da un interprete? Sicuramente sia lui, sia noi italiani faremmo una miglior figura.
Se l’idea è “non mi serve l’interprete perché devo far vedere che so l’inglese e dunque sono figo” temo che sia un buco nell’acqua. Caro Renzi, il tuo inglese è più che dignitoso e adeguato per situazioni della vita quotidiana, ma per vetrine così prestigiose, forse sarebbe meglio affidarsi a un professionista.
SAX
Posted at 15:23h, 21 FebbraioChe tristezza. Come quell’assessore regionale Leccese che a una conferenza ha chiamato una del servizio accoglienza della conferenza che… arrivato il momento di tradurre P.I.L., lo ha tradotto pi-ai-el.
Comunque il sito nuovo è veramente bello (e lo dice uno “del settore”), e anche la foto nuova 😉
Emanuela Cardetta
Posted at 20:48h, 24 FebbraioGrazie Sax 🙂 Mi scuso per il ritardo nella risposta, dovuto proprio alla ristrutturazione del sito (ho visto il commento solo ora).
Sono sconvolta per la traduzione di PIL… Di corbellerie ne ho sentite parecchie, ma questa è davvero colossale :O