Per un interprete professionista prepararsi adeguatamente per ogni incarico è una condizione indispensabile per fare un buon lavoro. Tuttavia, essere preparati non vuol dire esclusivamente fare un’approfondita ricerca terminologica, ma anche cercare di prevedere ciò che potrebbe succedere durante l’evento multilingue a cui parteciperemo da tutti i punti di vista (ne ho parlato anche in questo post). Purtroppo però, per quanto possiamo prepararci, talvolta si verificano imprevisti. Cosa fare? Ecco alcuni dei potenziali imprevisti che potremmo ritrovarci ad affrontare.
Non funziona l’impianto della simultanea
Quando veniamo reclutati per un incontro da tradurre in interpretazione simultanea, teoricamente siamo in una botte di ferro: c’è il tecnico audio e qualunque problema agli impianti sarà risolto da lui. Il 99% delle volte in effetti è così, ma se quel giorno la fortuna ci ha proprio voltato le spalle, magari la risoluzione del problema potrebbe richiedere troppo tempo. Per poter proseguire con i lavori, se le condizioni (numero di lingue in primis) lo permettono, potremmo proporre al nostro cliente di mettere momentaneamente da parte la simultanea per passare alla modalità dell’interpretazione consecutiva. Per questo, anche quando vado a un incarico di simultanea porto sempre con me penna e blocco per prendere appunti (ne parlo anche in questo post): non si sa mai.
Manca una lingua di lavoro
Supponiamo che siamo a un incontro in simultanea con due lingue di lavoro: italiano e inglese. A un certo punto, un relatore chiede di poter fare un breve intervento, non previsto, in spagnolo. Che fare? Certo, sarebbe più che legittimo rispondere che non è possibile, ma Il caso vuole che lo spagnolo è una nostra lingua di lavoro. Per aiutare il nostro cliente, potremmo offrirci di tradurre l’intervento in consecutiva (se non si fosse capito: mai senza penna e blocco!) dallo spagnolo in italiano, mentre la nostra collega continua il servizio della simultanea dalla cabina. Ribadisco, questa soluzione può essere adottata solo per interventi brevi, perché come spiego in questo post, in simultanea si lavora sempre in due.
Oops, manca una cabina!
Organizzare un incontro multilingue vuol dire non trascurare nessun dettaglio, ma soprattutto non dare nulla per scontato. In un’occasione sono stata reclutata a una riunione che si sarebbe svolta in italiano, con traduzione in inglese e tedesco e all’arrivo in sede abbiamo avuto la sgradevole sorpresa di trovare un’unica cabina, perché il cliente aveva dato per scontato che se in una cabina ci sono due sedie, vuol dire che da una si traduce verso una lingua e dall’altra si traduce nell’altra. In questo caso la soluzione è arrivata dal tecnico che, in attesa dell’arrivo della seconda cabina dal magazzino, ha preparato in tempi record una postazione senza cabina utilizzando il suo kit bidule.
Sim salabìm: prima c’era, ora non c’è più!
Questa categoria di imprevisto ha due varianti, per me ugualmente terrificanti: siamo a un incarico di simultanea e il/la collega ha un grave imprevisto e disdice all’ultimo minuto oppure il/la collega ha un grave imprevisto durante l’incarico e deve lasciarci. Per me è di gran lunga il peggiore degli scenari. Che si fa? Abbandonare il servizio? Il cliente non sarebbe molto contento, giustamente, Potremmo avere la tentazione di proseguire da soli, ma se la riunione è lunga e complessa, rischiamo davvero di non fare un buon lavoro, perché come detto prima, in simultanea si è sempre in due. Se si tratta di una riunione con altre lingue ed équipe, una soluzione potrebbe essere chiedere a un(a) collega di un’altra équipe di sostituirci per qualche minuto (se ha nella sua combinazione la lingua di lavoro richiesta) mentre noi percorriamo freneticamente la nostra rubrica telefonica alla ricerca di un santo o di una santa collega che può venire in nostro soccorso in tempi brevi. Se abbiamo una buona rete di colleghi e anche un bel po’ di fortuna, potremmo sventare così una potenziale catastrofe.
Questi esempi riportano imprevisti fuori dal nostro controllo che richiedono un’elevata dose di sangue freddo. Alcune volte dobbiamo prendere atto del fatto che le circostanze sono così avverse da non permetterci di svolgere un buon lavoro e non possiamo fare altro che gettare la spugna. Altre volte, però, facendo appello alle nostre competenza di problem solving e talvolta all’ingegno e alla flessibilità, possiamo aiutare i nostri clienti a trovare una soluzione. Del resto, è proprio questo che distingue l’intelligenza umana da quella artificiale e che costituisce il vero valore aggiunto di un interprete professionista.
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