Nello scorso post ho parlato di cinque virtù che secondo me non possono mancare a un interprete freelance. In questo post completerò la mia top 10 con altre 5.
Fiducia
L’interprete freelance lavora quasi sempre in squadra. Ci appoggiamo ai nostri colleghi quando siamo in cabina di simultanea e abbiamo bisogno di un suggerimento nei momenti di difficoltà, e dipendiamo dai colleghi di un’altra lingua per prendere il relais. In quei momenti dobbiamo fidarci, anche perché a volte non abbiamo scelta, e ricordarci che stiamo lavorando per lo stesso obiettivo: aiutare le persone a comunicare tra loro.
Lucidità
Non intendo che non bisogna arrivare in cabina ubriachi (cosa auspicabile :)), ma mi riferisco alla capacità di non farci prendere dal panico nei momenti topici: con discorsi molto rapidi, relatori ostici, quando parliamo in pubblico, ad esempio lavorando in consecutiva, o in presenza di un parterre particolarmente prestigioso. In quei momenti è normale che l’adrenalina si faccia sentire più del solito, ma bisogna riuscire a contenerla per dare il meglio di noi. Lucidità vuole anche dire riuscire a gestire i periodi di magra in maniera costruttiva: andare in panico non serve a niente, anzi è proprio in quei momenti che bisogna pensare a una strategia per uscire dall’impasse.
Lealtà
Dobbiamo essere leali prima di tutto nei confronti di noi stessi: per evitare che lo stress prenda il sopravvento è fondamentale riuscire a staccare quando il nostro corpo ce lo chiede, senza cercare di fare gli eroi. L’interprete deve inoltre essere leale nei confronti del cliente e di chi ascolta, cercando di trasmettere il messaggio nell’altra lingua nella maniera più completa possibile e senza distorsioni (evito volutamente il concetto di fedeltà perché è un termine controverso in ambito traduttivo). Infine, è fondamentale essere leali nei confronti dei nostri colleghi, evitando tassativamente di “rubare i clienti”, che oltre a essere eticamente sbagliatissimo, è anche il modo migliore per non lavorare più perché il mondo degli interpreti è un po’ come vivere in provincia: il paese è piccolo e la gente mormora.
Umiltà
Non mi risulta che esista un interprete immune dagli errori. Il nostro lavoro è difficile ed è inevitabile a volte sbagliare. Alcuni errori sono talmente piccoli da passare inosservati, altri invece sono potenzialmente molto pericolosi. Se ci rendiamo conto di aver detto una stupidaggine non trascurabile secondo me è molto meglio scusarci e/o correggerci il prima possibile per minimizzarne gli effetti piuttosto che disperdere energie inutili nel tentativo di nascondere il misfatto. Inoltre, umiltà vuole anche dire ricordare che il nostro ruolo non è mai quello di essere protagonisti, ma di permettere ad altre persone di comunicare tra loro.
Quel quid in più
Facciamo un lavoro a stretto contatto con le persone e tutti noi abbiamo un’inclinazione naturale a lavorare con coloro i quali ci troviamo bene. Quando è possibile e non sfocia nello sfruttamento, è sempre bello fare un gesto di generosità verso il cliente (come continuare a tradurre se il convegno finisce con 15 minuti di ritardo) o verso il collega (dargli un passaggio alla stazione): il nostro atteggiamento è la prima cosa che il cliente o il collega ricorderà di noi, prima ancora delle competenze tecniche.
Ovviamente la lista potrebbe continuare all’infinito. Voi quali virtù aggiungereste o cambiereste?
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